Soffermarmi a discutere sui post non è mia abitudine.
Tuttavia, il mio ruolo pubblico di Consigliere di Minoranza mi impone di dover smentire le affermazioni della Sindaca, che sostiene, insieme ai suoi Assessori, che quelli della Minoranza, a suo dire , “non sono collaborativi” .
A scanso di equivoci, vorrei precisare che per “collaborazione” intendo quello che si ritrova nei vocabolari della lingua italiana, non altro: “una relazione sinergica tra due o più entità che lavorano insieme per produrre qualcosa di meglio di ciò che saprebbero fare da soli”…
E’ facile dedurre che, sia per me, sia per la stragrande maggioranza delle persone, una forma di collaborazione si concretizza quando, ognuno per quanto gli compete, mette a disposizione il proprio sapere, le idee e le conoscenze che possiede per raggiungere un obiettivo comune.
Nel caso della politica locale, potrebbe definirsi “collaborazione” quando l’Amministrazione si confronta con la Minoranza che ha da proporre idee e suggerimenti.
Non necessariamente dette idee devono essere messe in pratica. Sarebbe buona prassi, comunque, scegliere di accogliere o meno idee e suggerimenti provenienti dalla Minoranza dopo aver dato luogo ad un dibattito sereno e costruttivo.
Nel Comune di Pula cosa accade? C’è un margine per la discussione e per un confronto?
La risposta è NO!
Ormai tutte le decisioni adottate si apprendono dal profilo fb personale del Sindaco. Chi non si trova d’accordo con le sue scelte o, peggio, metta in evidenza limiti e carenze del suo operato o di quello della Maggioranza che la sostiene, nella migliore delle ipotesi, a stretto giro di posta, sullo stesso profilo fb, viene tacciato di “ disobbedienza civile”.
Colui che dissente è additato al pubblico ludibrio come “untore del paese” , o ancora da “persona priva di senso civico e rancorosa”, insomma, un pericoloso sovversivo.
Da ciò ne deduco che il Sindaco e la sua Maggioranza intendano per “collaborazione” l’ accettare supinamente tutte le decisioni senza battere ciglio.
In questo Comune, avere idee diverse non è più permesso?
Pensare fuori dal coro è sinonimo di livore politico e di pochezza umana?
Chi non “collabora”, secondo i parametri di Sindaco e Maggioranza, è meritevole delle gogna mediatica e delle becere offese provenienti dalla sua tifoseria più fidelizzata?
Le parole offensive e rancorose non appartengono certo alla minoranza, e lo ha dimostrato in questi ultimi anni in più d’una occasione.
In quanto a “collaborazione” vorrei che i Colleghi di Maggioranza, in primis, ne conoscessero il vero significato. Di una cosa sono certa: accettare le decisioni unilaterali, prese all’insegna del “qui comando io” non rientra in questo termine. Se qualcuno si illudesse che chinare il capo possa essere scambiato come qualcosa di utile per la propria dignità, ma soprattutto per rendere un servizio ai cittadini, faccia pure.
Elisabetta Loi