Abbiamo visto i lavori che si stanno effettuando, finalmente, su un monumento tra i più importanti dell’ architettura romanica in Sardegna, che è da ben oltre un millennio fondamentale riferimento per la zona di Nora. La prima osservazione che sorge spontanea è la seguente: se non si acquisiscono al patrimonio comunale le pertinenze della Chiesa di S.Efisio (il c.d. “scatolone”, i terreni di proprietà della Confraternita di Cagliari, la “Casa del Parroco” di proprietà del Comune di Cagliari), qualsiasi intervento di valorizzazione non potrà mai rendere giustizia e riqualificare in maniera ottimale, definitiva e pienamente soddisfacente questo straordinario compendio di grande valore storico, architettonico e paesaggistico, che tra l’altro, come cittadini pulesi, ci appartiene affettivamente e ci è tanto caro.
Ulteriori osservazioni scaturiscono dalla constatazione che, purtroppo, i recenti lavori di messa in sicurezza della Chiesa di S.Efisio rischiano di non ottenere i risultati attesi per una mancanza di visione d’insieme dell’area monumentale.
L’Amministrazione Medau, in questi anni, ha avuto un atteggiamento di interesse solo apparente, esternato solo a chiacchiere sui social media, nonostante avesse in bilancio importanti risorse per poter intervenire (solo di oneri di urbanizzazione 6 milioni di euro, ai quali andranno ad aggiungersi altri milioni di euro provenienti dagli accordi sanciti nella convenzione con la soc. Is Molas). A parte il restauro avviato questi ultimi giorni, sono del tutto assenti altre iniziative concrete, per la mancanza delle quali, nel frattempo, si è assistito all’ inesorabile e preoccupante degrado strutturale del bene. Nulla si è fatto. Si è rimasti a guardare alla finestra, in attesa che arrivasse qualche finanziamento pubblico.
Ora che è arrivato, l’entità delle somme disponibili non sarà certo sufficiente a risolvere i problemi del compendio. Rimangono infatti da affrontare le cause di fondo che sono state sempre alla base del degrado, ovvero qualcosa che prendesse in considerazione le sorti dello “scatolone” adiacente alla Chiesa, della cosiddetta “Casa del Parroco”, e piccole porzioni di terreno adiacenti alla Chiesa.
Gli aspetti legati alla annosa sistemazione di quella porzione di Nora erano ben conosciuti e già avviati in un percorso virtuoso intrapreso dalla precedente Amministrazione, consapevole com’era che qualsiasi intervento su queste proprietà non poteva prescindere dalla condizione propedeutica di venirne in possesso. Per questo, nei primi mesi del 2014, con una delibera approvata in Consiglio Comunale, si appose al c.d. “scatolone” il vincolo preordinato all’esproprio, ai sensi dell’art. 9 del DPR n. 327/200, al quale si allegò un progetto preliminare di una sala multimediale, struttura concepita con l’obiettivo di favorire lo sviluppo del turismo religioso. Allo stesso tempo si attivò una serrata interlocuzione con il Comune di Cagliari per trovare il modo di acquisire al nostro patrimonio comunale anche la “Casa del Parroco”.
Al di là del fatto che la realizzazione della sala multimediale fosse gradita o meno all’Amministrazione attuale, ammesso che invece preferisse la totale demolizione dell’edificio, viene da chiedersi: come mai non ha continuato a portare avanti la procedura di esproprio? Forse solo perché proposta dai precedenti Amministratori? Come mai non sono continuate le interlocuzione con l’Amministrazione di Cagliari per acquisire la “Casa del parroco”?
Purtroppo c’è solo una risposta, e appare scontata: nulla s’ ha da fare poiché “quelli di prima “ (leggasi gli avversari/nemici) hanno lasciato solo macerie, e quindi le loro idee sono da buttare in discarica, senza se e senza ma! Lo smisurato egocentrismo politico della Sindaca fa il resto. In più occasioni, in questi sei anni, sono stati messi al di sopra di tutto gli interessi di stampo personalistico, a discapito di quelli ben più importanti della comunità: un ultimo esempio è proprio di questi ultimi giorni, con la meschina figura che sta facendo il Comune di Pula sulla mancata adozione della delibera, adottata dalla quasi totalità dei Comuni Sardi, finalizzata a proporre i monumenti della Civiltà Nuragica come patrimonio dell’UNESCO, dato che l’iniziativa è stata proposta dalla Consigliera Donatella Fa, rea di appartenere alla minoranza.
In questo contesto così negativo, perpetrato per ormai oltre 6 anni, ci chiediamo se gli Assessori e i Consiglieri di maggioranza non abbiano nulla da recriminare.
Nell’ ultimo anno di mandato, un sussulto d’orgoglio potrebbe essere salvifico per qualcuno/a che intendesse riproporsi alle prossime amministrative della primavera 2022…..sempre che non arrivi “ fuori tempo massimo”.
I CONSIGLIERI DI MINORANZA