Il 26 maggio si è tenuto un un animato Consiglio Comunale dove son state approvate 4 ratifiche relative a variazioni di bilancio su decisioni già precedentemente prese in Giunta Comunale.
Già dai preliminari si era capito che non sarebbe stato un Consiglio Comunale “normale”.
La consigliera di minoranza Elisabetta Loi, nella conferenza dei capi gruppo del giorno precedente, aveva già evidenziato i limiti della procedura telematica che non permette ai Consiglieri di svolgere il loro ruolo, né tanto meno ai cittadini di partecipare in maniera agevole all’ascolto del dibattito.
In fase di voto di approvazione dei punti, la Sindaca ha brandito l’ascia di guerra nel momento in cui, con un toni a dir poco aggressivi, ha preso atto della libera decisione della consigliera Loi di astenersi dal votare.
Apriti cielo!
Non soddisfatta di questo suo atteggiamento bellicoso, fuori da qualsiasi normale regola democratica, rincarava il disappunto nella sua pagina facebook e con dichiarazioni rilasciate alla stampa Online.
Proprio per chiarire che il non voto della Consigliera non era rivolto ai contenuti della delibera, ma piuttosto al metodo e alle modalità con cui si chiedeva di adottarla, resta comunque il fatto che in un consesso di persone libere e pensanti, ogni imposizione alle libertà fondamentali è un fatto certamente grave, da non sottovalutare.
Ormai la sua intolleranza per chi osa dissentire ai suoi “editti” non è fatto occasionale, ma ricorre come da prassi consolidata. La realtà è un’altra: pensa di poter decidere anche come debbano votare non solo i suoi consiglieri di maggioranza, ma addirittura quelli di minoranza.
Per rendere chiara la questione e far meglio capire ai “non addetti ai lavori” di che cosa parliamo, si evidenzia che la ratifica di una variazione di bilancio altro non è che una presa d’atto di una scelta che la giunta ha già fatto tempo addietro, dove peraltro la minoranza, in tale scelta, non era stata minimamente coinvolta nelle decisioni, nonostante in più occasioni avesse dato piena disponibilità a collaborare e a dare dei suggerimenti.
Chiusa la parentesi sull’approvazione del punto all’ordine del giorno, in un contesto sempre più concitato, è arrivato il turno di Pulaonline, a dire della Sindaca il luogo virtuale ove alberga un dissenso che danneggia l’immagine di Pula.
Il riferimento era il recente video pubblicato da Pulaonline, in cui si cita l’ormai famosa ordinanza sulla “cartella della spesa”, divenuta oggetto di discussione che, a quanto sembra, ha travalicato i confini regionali.
A contorno del provvedimento sindacale dell’ordinanza, c’era anche la cosiddetta MobilitApp su cui, ancora oggi si pongono dei fondati interrogativi. Giusto per richiamare l’antefatto, in più occasioni, come esponenti di minoranza, avevamo espresso le nostre riserve cercando di convincere l’Amministrazione o a ritirare o a modificare radicalmente la suddetta ordinanza, per i motivi che non stiamo qui a ribadire. Nel frattempo c’è stato il ricorso al TAR, che non ha dato effettivamente alcun esito in quanto il motivo del contendere è venuto meno il giorno prima che i Giudici discutessero nel merito. Sarà noto che l’ordinanza è stata revocata, appunto, il giorno prima. Anche in questo caso la minoranza è stata “appellata” dalla prima Cittadina con una definizione poco adatta ad un frasario “istituzionale” : SCIACALLI! Questo il termine utilizzato!
Alla luce di questo, ci chiediamo chi, realmente, stia offuscando l’immagine della Cittadina, che a nostro avviso non viene invece scalfita da chi, con toni comunque pacati, ha ritenuto di portare l’argomento all’attenzione dei media. Siamo dell’avviso che una critica agli Amministratori non necessariamente deve ripercuotersi sugli amministrati e sui luoghi dove essi risiedono. In questo caso Pula e i pulesi non c’entrano proprio nulla.
Nella parte finale del Consiglio Comunale, con gli stessi toni dell’esordio, l’attenzione si è focalizzata sull’increscioso episodio avvenuto in paese dove 2 concittadini hanno, a quanto pare, avuto un acceso diverbio poi degenerato sull’aggressione fisica. Un fatto che non abbiamo nessuna remora a definire deprecabile, sul quale spetterà a chi è preposto a farlo, di valutarne ogni aspetto e decretare all”uno o all’altro protagonista della vicenda, gli addebiti e le responsabilità del caso.
La consigliera Loi, ritenuta fomentatrice d’odio per non essersi dissociata da quanto detto nel video dal cittadino, poi riportato da Pulaonline e che, a dire della Sindaca, sarebbe uno strumento sovversivo. A sua volta l’esponente di minoranza, ha precisato più volte che per sua cultura, e soprattutto per sua educazione, si è sempre dissociata, senza se e senza ma, da ogni e qualsiasi forma di violenza fisica, psichica e verbale. Ha inoltre invitato la Sindaca (in quel frangente autonominatasi “Pubblico Ministero”), di tirar fuori le prove “del fomentare”, e in mancanza di queste, di non permettersi di fare illazioni e fare accuse gratuite, come ha fatto in questo caso.
La consigliera Loi ha inoltre evidenziato che il Consiglio Comunale è la sede adatta ad esprimere rammarico e amarezza per fatti incresciosi come quello cui ci stiamo riferendo, non lo è affatto per tranciare giudizi sommari su chicchessia, tanto meno per abbandonarsi a commenti e conclusioni affrettate. Assolvere o condannare a seconda delle simpatie suscitate dai protagonisti, è roba da crocicchi di strada, da chiacchiere di vicinato, non da aule consiliari.
Le parole che successivamente si si sono lette nei social, pronunciate da persone che dovrebbero avere un contegno istituzionale diverso, non lasciano presagire niente di buono. Su questa considerazione sarebbe bene che la Sindaca aprisse una seria riflessione anche tra i componenti della sua maggioranza, soprattutto quando si esprimono sulla vita professionale e sullo stato d’animo dei cittadini.
Cara Sindaca, il suo compito dovrebbe essere quello di pacificare gli animi e promuovere la concordia tra i suoi amministrati. La preghiamo quindi di provvedere, perché siamo veramente preoccupati che altre forme di contrapposizione tra le persone, ben più pesanti e gravi, possano subentrare ai contrasti dialettici sui social: non confondere la critica politica con altre questioni che con la politica nulla hanno a che fare è un imperativo categorico per tutti, a cominciare da lei.
I CONSIGLIERI DI MINORANZA