Era il mese di marzo del 2014 quando la precedente Amministrazione istituì la “Fondazione Pula Cultura Diffusa”, ideata principalmente per gestire l’area archeologica di Nora. Dopo circa 8 anni l’Amministrazione Medau, con un ritardo le cui cause non è dato sapere, a poco meno di 5 mesi dalla scadenza del mandato, finalmente ha rimesso in piedi questo importante strumento amministrativo che dovrebbe dare un considerevole sviluppo, sul fronte culturale, alla nostra cittadina.
Sulla gestione di Nora, in questi quasi 8 anni, è successo di tutto: ci sono state tante “prime volte” (come ama dire la Sindaca), con esiti quasi sempre negativi. Potremmo definirle “false partenze”, ma, a prescindere dalle definizioni, quello che maggiormente va sottolineato, a nostro avviso, è un grado approssimativo e parziale di interesse sia della prima cittadina, sia dell’assessore Zucca per questo sito archeologico di straordinaria importanza, che si unisce alla loro conclamata incapacità di formulare proposte innovative per sfruttare le sue enormi potenzialità.
C’è anche da rimarcare che, come prima azione rivolta alla tutela del patrimonio storico-archeologico di Nora, l’attuale Amministrazione scelse di destinare ad altro il 15% della tassa di soggiorno, il ché ha significato dirottare una cospicua somma che veniva precedentemente assegnata al restauro e alla conservazione del monumento per scopi tutt’ altro che prioritari.
Tra le varie figuracce che vide come scenario proprio Nora, ricordiamo, purtroppo, la chiusura (per fortuna molto breve) del sito in piena estate, perché ci si era dimenticati di bandire la gara d’appalto per la sua gestione: una “vergogna storica” da guinness dei primati, da annoverare negli annali del Comune di Pula. Altrettanto emblematico lo stato di degrado del basamento antistante la reception con i tavolati marci e divelti, con il bar e il bookshop chiusi per mesi: un biglietto da visita davvero indecoroso, di cui provare, perlomeno, un profondo imbarazzo.
A completare il quadro, un capitolo a parte merita la valutazione estetica dell’intero compendio che contorna questa nostra pregiatissima porzione di territorio, con in testa i famosi “arginelli” (o quel che ne resta), che versano in uno stato di completo abbandono, o i parcheggi ridotti a lande desolate, o ancora i cestini dei rifiuti arrugginiti, le erbacce, i rifiuti, i tombini “trappola” privi del coperchio, e via discorrendo.
L’incendio estivo che ha lambito l’area archeologica, favorito dalla cronica mancanza di diserbo, è un’altra perla della ricca collezione di cui l’amministrazione Medau può ben fregiarsi.
Nonostante le segnalazioni e i solleciti della minoranza rimasti lettera morta, ora la situazione dovrebbe mutare. Si spera anche che con la Fondazione venga a cessare un altro aspetto disdicevole che in questi ultimi anni ha contraddistinto la gestione del sito archeologico: i perenni contenziosi tra le Società che ne hanno assunto la gestione, con immancabile ripercussione sul personale (orari ridotti o aumentati secondo parametri difficili da capire se inseriti in un ragionamento razionale, compreso il “trattamento” rivolto al personale “storico” che per il sito ha d’atto l’anima).
Vorremmo anche sottolineare che in quasi 8 anni non si è riusciti, ad oggi, a riaprire il museo “Giovanni Patroni”, con una perdita per le casse comunali di circa 60 mila euro l’anno (oltre al danno erariale che ne consegue). Un ritardo da attribuire non certo alla mancanza di fondi di bilancio, ma all’ insensibilità (o l’incapacità) per completare opere che, per importanza, dovrebbero essere considerate prioritarie. Lo stesso dicasi per la torre del Coltellazzo, anch’essa chiusa da anni.
Abbiamo voluto fare la sintesi di una gestione che presenta, come si vede, tantissime criticità, in modo che chi di dovere ora prenda piena coscienza dello stato attuale di una realtà che, decisamente, attende di cambiare passo. Vorremmo che i responsabili della Fondazione, i quali certamente avranno fatto le loro opportune e giuste valutazioni prima di avventurarsi in questo progetto, scegliessero al meglio l’impostazione della loro lavoro, da attuare già nelle prime fasi del mandato. Non sarà certo un compito facile, e data l’importanza che l’area archeologica di Nora riveste per il nostro territorio e per l’area metropolitana di Cagliari, occorrerà pianificare degli interventi studiati nei minimi dettagli. Dalla Fondazione ci aspettiamo la massima efficienza, e crediamo di poter dire che è una aspettativa, questa, molto diffusa non solo a livello locale. Da parte nostra ci sarà la massima collaborazione, anzi nell’interesse di tutti auspichiamo un nostro costruttivo coinvolgimento.
Nonostante questi trascorsi non certo positivi, in conclusione vediamo nella riattivazione della Fondazione una opportunità che andrà colta nel migliore dei modi. Siamo anche consapevoli che l’Amministrazione Comunale raccomanderà senz’altro alla Fondazione di basare la sua azione sulla strada “virtuosa” della rinascita, dello sviluppo, della crescita. Per il periodo che ci resta da trascorrere nel nostro ruolo di consiglieri di minoranza, vigileremo che alla concretezza delle azioni in nessun momento si affianchi, come purtroppo spesso capita, la pletora dei proclami, delle enunciazioni roboanti ma vuote nei contenuti, funzionali alla propaganda o, peggio, alla distribuzione di cariche compensative a beneficio degli immancabili “malpancisti della politica”.
Fatte queste considerazioni, confidiamo, come è nostro sentimento, che a prevalere sia la ricerca del bene comune.
Alla Presidente, alla Direttrice e al Consiglio di Amministrazione della Fondazione rivolgiamo i nostri migliori auguri di buon lavoro, nella speranza che possano operare in piena autonomia, perseguendo come obiettivo primario la promozione del sito e l’ideazione e la messa in campo di nuove progettualità che esaltino il nostro già straordinario patrimonio archeologico.
Le consigliere comunali: Elisabetta Loi, Donatella Fa