il Consiglio si è aperto con un intervento del Consigliere Pittaluga che ha messo subito in evidenza la modalità d’urgenza con cui il Consiglio Comunale è stato convocato. Il consigliere ha sostenuto che per procedere ad una convocazione di questo tipo devono sussistere delle giustificazioni ben precise, per esempio una scadenza che causa un danno all’erario o il verificarsi di una calamità naturale. Sicuramente la discussione sul PUC, dove la Sindaca ha avuto ben 5 anni per portarlo in aula, non riveste carattere d’urgenza.
La Consigliera Loi, anche a nome della minoranza, ha evidenziato che anche volendo tralasciare gli aspetti di pertinenza amministrativa sulla tempistica, c’è comunque un altro aspetto da considerare, forse più importante, che riguarda la forma che mai, come in questo caso, diventa sostanza. La Sindaca, che ha sempre parlato di “Cittadinanza Attiva”, di trasparenza, di scelte che sarebbero state prese coinvolgendo prima di tutto i cittadini non solo si è guardata bene di coinvolgerli, ma addirittura, con questa scelta che sa di prevaricazione, cerca anche di limitare le prerogative del Consiglio.
Parlando del Consiglio in generale è convinzione della minoranza che la maggioranza dia scarsissima importanza alla lettura degli atti. Se ne è avuto riscontro in più occasioni quando si sono trattati argomenti particolarmente “spinosi” come il licenziamento degli impiegati della Pula Servizi, laddove ciascuno che sta dall’altra parte nei banchi del Consiglio ha fatto la figura dell’ extraterrestre.
Da come si è proceduto a quest’ultima convocazione, si ha avuta la sensazione che il PUC di Pula discenda da decisioni personali della Sindaca o, al massimo, siano state condivise con pochi eletti, sicuramente prodighi di suggerimenti obiettivi e disinteressati.
La minoranza si chiede come si possa, in tre giorni dal momento della convocazione, leggere, comprendere e interpretare centinaia di pagine, per dare il proprio contributo per poi votare serenamente, soprattutto tenendo conto che le carte e i documenti sono stati messi a disposizione appena 2 giorni prima del Consiglio. Per non parlare poi della cartografia, in gran parte illeggibile, carente e approssimativa.
Perchè tutta questa fretta? Come diceva un illustre politico qualche tempo fa “a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca…”, si potrebbe, appunto, pensare che nella pianificazione del territorio la Sindaca voglia evitare l’approfondimento di alcuni aspetti, o addirittura metterli in ombra in modo che nessuno se ne accorga in tempi utili per poter intervenire.
Prima di scendere nei dettagli, per quello che si è potuto leggere, si sono evidenziati altri particolari riconducibili alla sfera politica: di scadenze, negli ultimi anni, la Sindaca ne ha avute tante: basta scorrere la rassegna stampa riferita al PUC e se ne trovano almeno cinque. Non solo tali scadenze non sono state rispettate, ma addirittura il Commissario ad Acta, diverse volte, ha bussato alla porta dell’ufficio della Sindaca per ricordarle di porre immediato rimedio alle ricorrenti inefficienze e inadempienze.
L’ultima volta, ad inizio anno, visto l’orientamento a non prendere decisioni sul PUC, ecco materializzarsi la nomina del Commissario ad acta regionale per l’adozione dello strumento urbanistico, per la prima volta nella storia della Regione Sardegna. Oggi abbiamo avuto la sensazione che la fretta nel convocare il Consiglio sia determinata, anche in questa circostanza, da qualcuno che nuovamente “bussa alla porta” per ricordare che, nonostante la dilatazione della tempistica dovuta al pronunciamento del TAR e all’emergenza sanitaria causata dal Covid, sia finalmente arrivata l’ora di non perdere altro tempo.
L’ultimatum del TAR scadeva infatti solo tra pochi giorni.
Dopo l’intervento di Elisabetta Loi ha preso la parola la Consigliera Fa che, sulla vicenda PUC, in maniera incisiva e con parole forti, ha evidenziato le contraddizioni della Sindaca e della sua Amministrazione che ” dovrebbe provare vergogna e chiedere scusa ai cittadini” per questo ingiustificabile ritardo e per i danni che sta creando allo sviluppo urbanistico ed economico di Pula. L’aspetto più scandaloso è che oggi, 11 settembre 2020, si convoca un Consiglio Comunale per approvare un PUC provvisorio, una linea di indirizzo che non ha nessun valore politico perché non fa scattare neppure le c.d. “norme di salvaguardia”, con l’aggravante della farsa di revocare un piano urbanistico che era già stato espressione dell’attuale Amministrazione.
Successivamente ha preso la parola la Consigliera Toccori che ha stigmatizzato lo spreco di soldi: infatti questo giochino del “fai e disfa”, tanto caro e difeso dalla nostra Sindaca e dalla sua Amministrazione, è costato alle casse del comune quasi 800 mila euro, tra incarichi conferiti ai professionisti per la stesura del PUC, e spese legali per dare mandato agli avvocati di opporsi alla nomina dei Commissari ad acta nominati dalla Regione. Soldi buttati al vento che sarebbero potuti essere utilizzati per iniziative finalizzate allo sviluppo del territorio e al benessere dei cittadini. Poi la Sindaca dice che il Comune di Pula non ha soldi neppure per garantire servizi essenziali come la pulizia e il decoro!
I Consiglieri di minoranza al momento della prima votazione hanno abbandonato l’aula in quanto non hanno ritenuto legittima la convocazione d’urgenza del Consiglio Comunale.
Si è passati poi all’illustrazione tecnica effettuata dall’architetto incaricato di redigere il PUC ed all’illustrazione della Sindaca inerente le scelte politiche che ha fatto l’Amministrazione a sua guida.
Nel prendere nuovamente la parola, la Consigliera Loi, ha rievocato le gesta di Penelope, la quale, come racconta l’Odissea, di giorno tesseva la tela e la notte la disfava per prendere tempo e procrastinare una decisione; allo stesso tempo la nostra Sindaca scrive il PUC e dopo anni lo revoca per approvare, come oggi, un progetto preliminare che non ha nessun valore e non disciplina un bel niente.
Naturalmente la Sindaca, per giustificare queste scelte sciagurate, ha cominciato la sua classica arrampicata sugli specchi: come prima “scusante” ha sostenuto che sta revocando il PUC in quanto oggi la sua maggioranza è diversa da quella del 2015.
Certamente nella storia di Pula, ma molto verosimilmente nella storia della Sardegna è “la prima volta” che una Sindaca revoca il suo stesso PUC. Probabilmente le sfugge che gli assessori sono per l’80% gli stessi del 2015 (prima amministrazione a guida Medau) e lo stesso dicasi per i consiglieri. Ma soprattutto trascura che nel programma elettorale le parti che riguardano le scelte urbanistiche sono le medesime, sia quelle del 2015, sia quelle del 2017 quando fu rieletta dopo la sfiducia.
La consigliera Loi ha fatto notare che se anche per assurdo si avallasse il fatto che quella di oggi è un’Amministrazione diversa rispetto a quella del 2015, a far volare la foglia di fico ci sono delle date che smontano questa magra scusa: la cosiddetta “nuova amministrazione” si è insediata all’inizio dell’estate 2017. Pertanto c’è da chiedersi: come mai ci ha messo 3 anni per revocare un PUC che Lei oggi ha rinnegato?
Ad un certo punto ha portato come giustificazione anche le numerose osservazioni fatte dalla Regione al PUC adottato dalla precedente Amministrazione che lei ha interpretato come una bocciatura. Una dichiarazione gravissima perché una sua interpretazione non può essere sufficiente per buttare all’aria un sacco di soldi pubblici. Anche questa una giustificazione che comunque viene smontata dalle date che la inchiodano a prendere atto dell’incapacità nel trattare argomenti di un certo peso determinanti per il futuro di Pula. Se potesse essere valida anche questa tesi, come mai ha deciso dopo tanti anni di iniziare nuovamente tutto da capo, addirittura adottando oggi un PUC provvisorio che non ha nessun valore e penalizzando pesantemente i cittadini e gli imprenditori.
Nell’imbarazzante ricerca di improbabili giustificazioni ha pure tirato in ballo il CoVid.
Facendo delle semplici riflessioni, si comprende che nessuna scusa a sostegno di quest’ultima scelta può essere sostenuta, e le date e le scadenze che annunziava nella stampa e nella sua pagina social, compreso quella che il PUC era “pressoché pronto”, lo testimoniano. Dato che il PUC è stato buttato alle ortiche, come mai, tempo fa, ha attivato le procedure delle osservazioni facendo spendere inutilmente ai cittadini dei soldi per poi dire, oggi, che il Comune ha deciso di cestinarle e ricominciare tutto da capo? Se non fosse una vicenda grottesca, per certi versi drammaticamente reale dato lo sperpero di risorse pubbliche, verrebbe da pensare di essere “su scherzi a parte”.
Dalla carta e dai pochi documenti messi a disposizione è palese che manca una visione d’insieme del territorio, i più grossi investimenti nel perimetro urbano e a Santa Margherita sono concentrati principalmente su tre punti che poi corrispondono a grosse proprietà che già in passato hanno avuto la possibilità e l’opportunità di fare dei massicci investimenti nei diversi settori urbanistici.
Vediamo poi una frammentazione del Piano con piccoli “interventi francobollo”, totalmente disgiunti da un contesto urbanistico che li giustifichi, di cui non si capisce il significato e che, certamente, lo si scoprirà quando le carte messe a disposizione saranno più dettagliate e sarà più facile individuarli risalendo alle località e ai fortunati proprietari.
Sempre dalla scarna cartografia salta agli occhi un’ importante contraddizione. Poco tempo fa, per giustificare un diniego nelle osservazioni alla richiesta di un portatore d’interesse nella zona a monte di Viale Marconi, l’Amministrazione
riportava queste testuali parole “l’amministrazione Comunale non ha ritenuto individuare la località in esame come futura direttrice di espansione del centro urbano, preferendo per tali finalità , altre direttrici, tra cui il mare”. La direttrice era riferita a quella di Villa S. Pietro-Sarroch. Come per miracolo, oggi nelle carte è comparsa una grossa area di trasformazione strategica da adibire a ricettività sportiva e termale per anziani. Chissà quali saranno state le motivazioni, impreziosite da così nobili significati, che avranno fatto cambiare idea alla Sindaca e alla Sua Amministrazione. Faranno parte di un’ispirazione maturata durante il lockdown o forse altro?
La consigliera Loi ha concluso l’intervento esaminando la porzione di territorio riguardante S.Margherita. Considerato che mai come in questa consiliatura sono presenti in Consiglio un numero così folto tra consiglieri e assessori, a quanto pare continua ad essere considerata la cenerentola dello sviluppo urbanistico ed economico di Pula. Della zona C tanto sbandierata in passato, non c’è traccia nelle carte. E’ stata nominata (la zona C) ” a voce” dalla Sindaca durante il suo intervento e, francamente, nutriamo forti dubbi tecnici sulla sua concreta realizzabilità. Sulla marginalizzazione di S. Margherita è stato molto chiaro il professionista che ha usato una metafora paragonandola alla “scia della cometa che splende a Pula”. Sull’argomento c’è stata una tenue presa di posizione dell’Assessora Pirisinu alla quale, tra le promesse mancate, ricordiamo, su tutto, il Piano di Valorizzazione che avrebbe potuto avere anche un percorso disgiunto dal PUC e che, in questi anni, ha penalizzato, paralizzandole, tutte le attività produttive ed inoltre la mancata approvazione del Piano di Utilizzo dei Litorali.
Su questa preziosa area del nostro territorio, ci chiediamo: alla fine della della legislatura, cosà potrà rimanere di tanto qualificante se non qualche piccola cubatura sulla costa per qualche fortunato, la coltura del fico d’india, qualche lampione in pochi incroci, assieme al ricordo degli assessori e dei consiglieri che aspettavano il giorno della Patrona per farsi, a turno, un giro in fascia durante la processione?
Un altra scelta messa in evidenza è stata il definitivo cambio di destinazione del porto. Anche questo lo consideriamo una sorta di tradimento per S. Margherita che rischia di rimanere tagliata fuori da tutte le direttrici di sviluppo del territorio: il sito del porto d’Agumu, rispetto alla costa, sarebbe stato baricentrico tra il centro urbano di Pula e di S. Margherita.
A difesa del cambio di destinazione del porto è intervenuto l’Assessore Zucca, con argomentazioni e visioni urbanistiche dettate più che altro da prospettive tutte da dimostrare, a nostro parere irrealizzabili.
Il consigliere Abis, invece, ha chiesto alla Sindaca se per la realizzazione del porto si erano fatti avanti degli imprenditori interessati. Purtroppo, come prevedibile, la domanda è rimasta senza risposta. Una richiesta precisa e pertinente, visto che, nella precedente ubicazione di Agumu, la maggior parte dei terreni erano di proprietà dell’imprenditore, lo stesso che avrebbe realizzato l’infrastruttura portuale con soldi propri. La nuova sede portuale, oltre a prevedere l’abbattimento di case, ricade in un’area privata. Per come è approssimativamente disegnato nella carta, esso comporterà una grossa spesa per la realizzazione, a meno chè non si creda alla “leggenda” che circolava anni fa a Pula, dove si narrava che un professionista locale sosteneva la tesi del porto realizzato grazie ai guadagni derivanti dalla vendita della ghiaia recuperata dall’escavo. Una barzelletta che dovrebbe conoscere bene la Sindaca, sulla quale, gioco forza, si è dovuta convincere anche lei.
Su questo argomento è intervenuto anche il Consigliere Pittaluga che ha ricordato che nella precedente ubicazione, oltre ad esserci un imprenditore pronto a realizzarlo, c’era un progetto preliminare e una VAS approvata in co-pianificazione prima che il PUC venisse adottato nel 2014 dall’amministrazione Cabasino. La Sindaca ha obiettato dicendo che c’erano delle resistenze da parte della Soprintendenza, ma è pur vero che lei non ha avuto né la convinzione, tanto meno il coraggio di difendere il progetto o forse, per lo scarsissimo peso politico che ha in Regione equivalente a zero, non ci ha neppure tentato.
In questo modo, a scapito del futuro di Pula (perché il porto, a nostro avviso, non verrà mai realizzato) e penalizzando S. Margherita, ha raggiunto tre obiettivi: 1) demolire quello che avevano lasciato i suoi predecessori 2) soddisfare le fantasie di alcuni suoi assessori e di qualche suo sponsor elettorale, 3) tenere tutti buoni e blindare il galleggiamento per la sua permanenza in comune fino alla scadenza elettorale.
Il consigliere Pittaluga è entrato nel merito delle criticità tecniche che sicuramente emergeranno e faranno abbandonare o sminuiranno di molto il progetto: la risalita della salinità della falda acquifera, i bassi fondali nella parte prospiciente all’imboccatura del porto che porterebbe ad un enorme escavo, con il conseguente gravissimo pregiudizio di natura ambientale, i problemi legati all’insabbiamento, la vicinanza al porto di Sarroch che non giustificherebbe la realizzazione di un nuovo porto turistico a distanza così limitata, il costo dei terreni e dello scavo ecc. …Il Consigliere Pittaluga ha anche chiesto se per la realizzazione di quest’opera fossero stati fatti degli studi di sostenibilità economica. Anche in questo caso la domanda è rimasta senza risposta, che fa dubitare fortemente sulla possibilità che questa infrastruttura possa mai essere realizzata.
Sull’ubicazione del porto la Consigliera Loi ha ricordato che solo pochi mesi fa nel respingere la proposta della lottizzazione Su Casteddu, la Sindaca tra gli argomenti citati per giustificare il diniego disse che le costruzioni, in qualche modo, avrebbero potuto penalizzare la visione delle rocce del promontorio.
Come al solito, la nostra Sindaca manifesta una sensibilità ambientale a corrente alternata. Allora , per un eccesso di zelo ambientalista si preoccupava addirittura della visione della rocce di Su Casteddu, per lei invece oggi è del tutto normale creare un enorme canale ai piedi di una collina e scavare ettari di terreno agricolo per portarci l’acqua salata del mare. Complimenti, bella sensibilità ambientale!
In tutta questa confusione e approssimazione che oggi ha prodotto solo una cospicua quantità di carta senza nessun valore, la Sindaca dovrebbe avere il coraggio di dire che, ancora una volta, non ottempererà alle sue promesse e la sua amministrazione dopo i 7 anni di mandato non sarà in grado di chiudere il piano urbanistico che era il punto più qualificante del suo programma di governo. E’ sin troppo evidente che iniziare la procedura tutto da capo, a meno di 2 anni dalla fine della legislatura, non consentirà in nessun modo la conclusione dell’iter di approvazione definitivo del PUC.
Abbiamo avuto la sensazione che questa tempistica non sia del tutto casuale: dentro il PUC “fantastico” (nel senso più largo del termine) sono contenute le richieste avanzate da vari portatori di interesse e dagli elettori più affezionati senza scontentare nessuno. Nella sua consiliatura il PUC di Pula non vedrà mai la luce, e così la Sindaca potrà ben dire qualcosa di simile “…ho cercato di accontentarvi, ma purtroppo la Regione non ha accettato le mie proposte”.
Si sa, durante l’era Medau, fase 1 e fase 2, la colpa delle inefficienze e delle inettitudini è comunque sempre degli altri.
Anche per questo punto all’ordine del giorno la minoranza ha abbandonato l’aula rifiutandosi di partecipare al voto.
I CONSIGLIERI DI MINORANZA