Dopo il volontario trasferimento della segretaria Comunale e, da pochi giorni anche del responsabile dell’Ufficio Finanziario, al Comune di Pula continua a manifestarsi la strana sindrome (“strana”…si fa per dire) che induce i funzionari a scappare dalle loro scrivanie. Un tempo non molto lontano gli uffici comunali erano una sede ambita per fare delle esperienze lavorative molto gratificanti, che in più di un’occasione sono poi sfociate, per talune ex figure apicali, in ruoli di prestigio, intesi come ulteriore salto di qualità e importanza, nella pubblica amministrazione.
Con l’arrivo dell’Amministrazione Medau si è assistito ad una progressiva desertificazione della macchina amministrativa che inesorabilmente si è tradotta in una sottrazione di servizi resi a cittadini ed imprese, con contestuale sovraccarico di mansioni, pratiche e incombenze varie per altri settori amministrativi.
Del personale in organico sino al 2014, più della metà ha abbandonato o chiesto il trasferimento ad altri enti. La situazione odierna registra la mancata copertura del responsabile dell’Ufficio Finanziario, della Polizia Locale, settori sguarniti da diversi anni perché nessuno, dopo il 2014, è durato nel ruolo se non per un tempo molto limitato. Queste posizioni vengono periodicamente ricoperte da funzionari assunti a tempo determinato, destinate a cessare con la fine del mandato della Sindaca o, come sta accadendo adesso per l’Ufficio Turismo e affari generali. Quando la vacanza di titolarità si rinnova data la costante rinuncia di chi viene assunto, addirittura dopo poche settimane dalla presa di servizio, per poi ricredersi e cercare fortuna altrove (evidentemente non senza motivo), non resta che la soluzione da “extrema ratio”: vengono allargate le competenze di alcuni funzionari per sopperire alla carenza, determinando inevitabilmente un carico di lavoro per essi stessi e per gli uffici di cui sono titolari.
Questo fuggi fuggi generale, a nostro avviso, è il palese segno di un profondo malessere frutto di una gestione politica approssimativa, confusa, disorganizzata e per nulla autorevole, anzi per certi versi caratterizzata da note di autoritarismo che impone anziché chiedere, pretende anziché affidarsi al dialogo e al coinvolgimento dei collaboratori.
Questa situazione, che delinea una certa dose di insofferenza da parte di chi dovrebbe, invece , essere messo in condizione di esprimere appieno la propria professionalità, va ricondotta esclusivamente all’approccio della Sindaca con il personale che, all’inizio del suo mandato, ebbe la fortuna di trovare, personale che era in possesso di un bagaglio culturale e professionale di prim’ordine, e che aveva, giustamente, quelle legittime aspettative umane ed economiche che inducono ad incrementare il proprio grado di operatività.
In questi 5 anni l’Amministrazione Medau non solo non è riuscita comprendere che c’ era qualcosa su cui riflettere e agire di conseguenza per frenare l’emorragia, ma non è riuscita purtroppo a sostituire le defezioni, il ché aggrava le sue pesanti e innegabili responsabilità.
Un’emergenza nota, divenuta cronica, che si trascina da anni, che nasce dalla pessima capacità programmatoria dell’Amministrazione, sempre più concentrata a cogliere “il momento” per una fugace apparizione sulla stampa o per un’ambita intervista televisiva, dove non si lesinano mai gli “autoelogi”, di quanto sia brava e di quanto sia efficiente. Poi la realtà è tutt’altro, perché a parlare sono i fatti, ed è di giorno in giorno sin troppo chiara.
Anche chi non è molto addentro alle dinamiche amministrative potrà comunque comprendere che questa situazione così negativa comporta un danno che si ripercuoterà negli anni futuri: infatti, il personale assunto a tempo determinato che cesserà l’incarico con la fine della legislatura, lascerà gli uffici sguarniti di figure apicali, mettendo l’ Amministrazione che le succederà in grave disagio e difficoltà. Ma questa è una valutazione che non preoccupa l’attuale Sindaca. Per quello che in questi anni ha costruito, in termini di programmazione a medio e lungo termine, ci stiamo convincendo che il suo pensiero potrebbe essere analogo a quello di Madame de Pompadour che ebbe a dire “apres moi le deluge” (dopo di me il diluvio universale); insomma, una “visione del mondo” di stampo monarchico, che bene si addice alla nostra Prima Cittadino.
Le criticità che si evidenziano nel funzionamento della macchina comunale, nonostante gli encomiabile sforzi di tutto il personale, immancabilmente si acuisce nel periodo estivo, ad esempio, con l’Ufficio Polizia Locale eternamente sguarnito, costretto a far fronte ad una continua situazione di emergenza: sanzionare le macchine che si parcheggiano dappertutto, disciplinare il traffico per i continui lavori nelle strade in piena estate, prevenire i cumuli di spazzatura abbandonati da incivili che meriterebbero una maggiore attenzione, garantire la vigilanza nelle spiagge sia per il problema CoVid e sia per le cosiddette ordinanze “green”, controllo ZTL e APU, ecc..
Lo stesso dicasi per l’Ufficio Edilizia Privata, sotto organico in rapporto al carico di lavoro, laddove neppure l’accorpamento con l’Ufficio Urbanistica e Lavori Pubblici ha dato una svolta nello smaltimento delle pratiche arretrate.
Se il Comune in questi anni non è andato al catafascio totale, è doveroso ribadirlo e sottolinearlo, lo si deve al grande senso di responsabilità dei dipendenti che fanno il possibile per mandare avanti gli uffici nel migliore dei modi, pur in condizioni davvero difficili.
Tralasciamo di fare ulteriori riferimenti ai propositi elettorali della prima e dell’ attuale esperienza amministrativa. Né abbiamo fatto di innumerevoli, e tutti sono risultati vani. Se a consiliatura ormai in fase discendente non si è mai cambiato rotta, le speranze che nei rimanenti due anni qualcosa cambi è davvero una pia illusione. E la crisi del CoVid19 c’entra poco. I componenti della Maggioranza, qualora avessero l’ambizione di riproporsi nella prossima partita delle comunali, ivi compreso/a chi sarà designato/a a succedere alla Sindaca Medau, smentiscano, finché non sarà troppo tardi.
I CONSIGLIERI DI MINORANZA