L‘incapacità dell’Amministrazione di adottare il PUC fa presagire l’invio, a breve, da parte della Regione, di un Commissario ad acta. Ora, come avevamo preannunciato circa 10 giorni fa, per la mancata deliberazione (entro il 31 luglio) dell’atto obbligatorio della Salvaguardia degli Equilibri di Bilancio, a quanto pare si replica: un altro Commissario ad acta che surrogherà le funzioni dell’Amministrazione.
Il Comune di Pula si prepara a subire l’onta dell’ennesima vergogna.
Precisiamo che, come detto, entro il 31 luglio 2019 si sarebbe dovuta adottare una delibera di approvazione di questo importante documento.
La Regione scrive al Comune il 24 settembre scorso, chiedendo perentoriamente di trasmettere la delibera dell’approvazione entro i tre giorni successivi, avvisando che (testuale) “decorso questo termine sarà avviata la procedura in ordine alle prescrizioni di cui al comma 4 dell’art.193 del decreto legislativo n°267 del 2000”.
Cosa significa? Dal termine ultimo ad oggi, non essendosi posti il problema, non avendo adottata dal Consiglio Comunale nessuna delibera, si avvierà automaticamente la procedura del commissariamento.
Questo esito nefasto era ampiamente prevedibile, e in più occasioni, come minoranza, abbiamo denunciato che a rimanere per anni senza la figura di un Funzionario Responsabile d’Area, con personale in numero inadeguato nell’ufficio finanziario, motore e cuore pulsante della macchina amministrativa, si sarebbe giunti prima o poi al totale collasso del sistema.
Il Comune si è pressoché fermato.
Le capacità di spendita e di incasso si sono congelate, con conseguente grave danno per i cittadini e per gli imprenditori che hanno maturato crediti per i lavori e i servizi commissionati dal Comune.
In questi anni di “fuggi- fuggi” generale del personale dai vari uffici, causato da un clima di lavoro tutt’altro che sereno, chi di dovere non ha avuta l’accortezza, la sensibilità, forse l’intelligenza di porre rimedio per tempo, per scongiurare l’aggravarsi di una situazione a dir poco incresciosa. Protervia, supponenza, atteggiamenti autoritari al limite dell’arroganza si sono sostituiti al dialogo costruttivo e collaborativo tra Amministratori e Personale. Eclatanti esempi li troviamo soprattutto nel settore finanziario e della Polizia Locale, laddove mai si è potuto apprezzare, in questi ultimi anni, un atto di buona volontà.
Cosa accadrà adesso? Le ipotesi sono diverse. Ciascuna di esse comporta dei rischi non indifferenti sia per l’Ente e sia per i funzionari che dovranno dipanare la matassa, redigere gli atti e sottoscriverli in prima persona. Le segnalazioni fatte dal Revisore del Comune di Pula alla Corte dei Conti, che in sede di approvazione del bilancio, avendo riscontrato delle irregolarità contabili, si è visto costretto a sottoporle al vaglio dell’Istituzione Giudiziaria preposta al controllo, fanno capire ancora di più, ammesso che ce ne fosse bisogno, quale è la situazione del Servizio Finanziario. Anche la fuga dei responsabili, l’ultimo dei quali ha rinunciato all’incarico dopo appena un paio di settimane, va letta come una vera e propria “paura” di metter mano alla contabilità che, evidentemente, presenta grosse criticità.
Siamo venuti a conoscenza che l’Amministrazione, dopo lunghe peripezie, ha recentemente selezionato una nuova figura: ne apprezziamo il coraggio e gli formuliamo i nostri migliori auguri di buon lavoro. Così come gli auguriamo che non debba avere a che fare con irregolarità contabili lasciate da altri, o dover firmare eventuali sanatorie o aggiustamenti che potrebbero esporlo a dei rischi dal punto di vista sia economico che penale.
C’è un aspetto ancora più negativo correlato alla procedura della diffida da parte della Regione e la conseguente nomina del Commissario ad acta: qualora il bilancio non fosse in equilibrio (certificazione che dovrà essere attentamente valutata anche dal Revisore del Comune) l’Amministrazione Medau corre il rischio di essere mandata diritta a casa. Eventuali difformità sugli equilibri di bilancio potrebbero avere esiti letali sul prosieguo del mandato amministrativo della Sindaca iniziato neanche due anni e mezzo fa.
Non è questo il nostro auspicio, e speriamo che la cappa di nebbia che grava sul Comune si diradi al più presto. Ma, prescindere che l’Amministrazione cada o rimanga a galleggiare, memori dell’ambizioso programma elettorale che si proponeva di ricostruire Pula dalle macerie lasciate da “quelli di prima”, per la Sindaca in prima persona, e a ruota il suo staff di giunta, si tratta di un tonfo talmente fragoroso che lascerà una profonda traccia nella storia di questo paese. C’è da scommettere che ognuno dei responsabili politici del misfatto, in tale drammatica evenienza, farà orecchie da mercante, e imputerà le cause della debacle al compagno di cordata o chissà a quali altre scuse.
Le ultime vicissitudini presentano un aspetto che denota la lenta agonia politica della Prima Cittadina, “scaricata” senza ritegno dai suoi assessori, che sulla stampa e sui social si accaparrano meriti che non hanno. Per qualcuno, come è noto, si preannuncia un imminente nuovo impegno elettorale in veste di candidato Sindaco. Detto in altri termini, è come se politicamente la Sindaca non esistesse più.
Conoscendo il suo smisurato ego, l’orgoglio a mille e il suo innato piglio da figura emergente della politica sarda, avvezza a presenziare i tavoli delle conferenze in lungo e in largo nell’isola al fine di stupire l’uditorio, anche noi stentiamo a riconoscerla.
Avevamo pronosticato che l’autunno a Pula, fosse particolarmente “caldo”: come i fatti dimostrano, ci abbiamo azzeccato.
La bufera politica incombe minacciosa più che mai, e le cause non sono, stavolta, attribuibili alle magre scuse di un tempo, che riecheggiavano dal palazzo con il ritornello “…non mi fanno lavorare”. I fatti dimostrano che “…..non hai saputo e, ora meno che mai, non sai lavorare! “.
Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.
I CONSIGLIERI DI MINORANZA