Il Comune di Pula, fino a all’avvento dell’era Medau, era considerato una sede prestigiosa e ambita, un trampolino di lancio per diversi impiegati che, oggi, continuano la loro esperienza lavorativa nella pubblica amministrazione in altri enti, in ruoli ancora più ambiti e prestigiosi. L’ambiente di lavoro era sereno e collaborativo, e l’impostazione della macchina amministrativa era stata oggetto di studio e di attenzione di alcune università isolane e della penisola, con le quali, in molte occasioni, si era creata una sinergia al fine di sperimentare e applicare i più moderni ed efficienti modelli di gestione e operatività.
Il Comune, purtroppo, oggi è sull’orlo della paralisi amministrativa derivante dalla carenza di personale, carenza in buona parte dovuta alla continua fuga di funzionari e impiegati: le defezioni registrate hanno raggiunto ormai oltre il 30%. Un emblematico esempio di questa preoccupante situazione è riscontrabile presso l’ufficio anagrafe, sicuramente il più frequentato dall’utenza, che da qualche tempo ha ridotto drasticamente l’orario al pubblico. Seguono a ruota gli altri uffici.
Nelle richieste di trasferimento degli impiegati si parla di motivi personali, di nuove e importanti opportunità professionali, di esigenze familiari. Al di là delle dichiarazioni, un dato è comunque inconfutabile: tra la Sindaca Medau e gli impiegati comunali il feeling non è mai sbocciato, ed è emersa in più occasioni una palese incompatibilità con il modo di rapportarsi della Sindaca, il più delle volte improntato sull’autorità e non sull’autorevolezza.
Le prime avvisaglie della situazione si ebbero già subito dopo la prima consiliatura (naufragata prematuramente) quando la Sindaca non rinnovò l’incarico alla Segretaria Comunale. Un provvedimento che allora causò non poche frizioni, con una netta presa di posizione della minoranza che espresse la sua contrarietà, e con qualche maldipancia nella stessa maggioranza. Oltre ad essere cittadina di Pula, si trattava di una stimatissima professionista che subito dopo aver lasciato forzatamente il Comune, andò a ricoprire lo stesso incarico in uno dei più importanti Comuni dell’hinterland cagliaritano.
Da quel momento, la fuga dal comune da parte del personale amministrativo è stata un lento stillicidio. La prima a chiedere la mobilità era stata la responsabile del servizio affari generali. Sarà un caso, ma si trattava proprio della funzionaria che stava quotidianamente a diretto contatto con la Sindaca. Subito dopo sono iniziate le conflittualità con i Vigili. Il risultato ottenuto è l’estromissione della ex Comandante, i cui collaboratori si sono affrettati a trovare una migliore sistemazione in altri Comuni. Oggi l’organico della Polizia Locale è completamento in disarmo. Il nuovo Comandante arrivato per mobilità da un altro Comune della penisola, dopo neppure un anno ha chiesto il trasferimento. Oggi, a Pula, il settore vigili è ridotto a 4 precari più un Comandante con le valige in mano. Ormai, diventati una presenza rara, i vigili non riescono neppure a presidiare l’ uscita dalle scuole, un servizio tutt’altro che gravoso: immaginiamoci gli altri compiti istituzionali. Già la scorsa estate, si era ridotto all’osso l’orario di apertura dell’ ufficio al pubblico, alla faccia dell’immagine positiva che dovrebbe dare un paese turistico. Le uniche efficienze sono state le “multe automatiche”, frutto delle trappole dei varchi, anche in questo caso una geniale trovata della Sindaca Medau per mostrare i muscoli. C’ è da sperare, perlomeno, che i responsabili si stiano tutelando da un punto di vista legale, perché se le incombenze non riescono ad espletarle nei modi e nei tempi prescritti, è solo ed esclusivamente colpa di chi doveva programmare e non lo ha fatto. Per gli eventuali mancati introiti nelle casse dell’ erario, potrebbe infatti intervenire la magistratura contabile.
Dopo la Comandante dei vigili, con una sorta di effetto domino ha lasciato il Comune di Pula la responsabile dell’ufficio finanziario, andata a ricoprire l’incarico di dirigente in un altro Comune della penisola.
Ma l’aspetto più preoccupante non sarebbe tanto la fuga del personale, ma è principalmente ascrivibile alla difficoltà di trovare dei sostituti. Questi incarichi di responsabilità, vorremmo ricordare, hanno anche una remunerazione aggiuntiva. Si ha l’impressione (forse è la realtà) che il comune di Pula, da un punto di vista lavorativo, abbia acquisito una fama negativa tale che, nonostante ci sia una penuria di lavoro, non ci voglia venire nessuno. L’ufficio finanziario è stato retto per più di 6 mesi grazie alla disponibilità e alla professionalità di un’impiegata, e ancora oggi, nonostante il posto sia vacante da tempo, nessuno in Sardegna e nella penisola ha dato la disponibilità a ricoprirlo trasferendosi a Pula.
Tra le fughe lavorative dobbiamo annoverare anche quella del responsabile dell’ufficio tecnico – settore edilizia privata.
In questo momento, a reggere le sorti dei settori rimasti orfani dei responsabili, è rimasta coraggiosamente la Segretaria Comunale: sottolineiamo coraggiosamente, perché a firmare gli atti amministrativi, oggi, in queste condizioni, c’è il grosso rischio di incorrere in errori e di doverli successivamente giustificare in altre sedi.
Il risultato della sistematica demolizione dell’ impianto della macchina amministrativa comunale è palese: oggi si vive alla giornata grazie alla responsabilità e allo spirito di abnegazione dei pochi impiegati che dedicano al lavoro molto più tempo del dovuto. Lo fanno per spirito di servizio, per il bene del paese e dei suoi cittadini. A tutti loro, i primi a risentire della mancanza di indirizzi programmatori da parte della Sindaca, rivolgiamo un sentito e riconoscente grazie.
In conclusione, vorremmo conoscere se la Sindaca si sarà posta qualche domanda sul futuro dell’apparato amministrativo, se avrà aperto almeno una riflessione, o se piuttosto, come sembra, preferirà vivere fino alla scadenza del Suo mandato in quella bolla di vetro in cui ha costruito il suo mondo surreale di concepire il servizio ai cittadini. Sinora, al di là di inaugurazioni, selfie, interviste e book fotografici diffusi sui social, oltre il lavoro demolitorio degli uffici comunali appena descritto, di tante incompiute dall’incerto destino e dei mutui in quantità, altro non si è visto.