A CACCIA DI FANTASIE CON L’ASSESSORE FARNETI
L’Assessore Farneti, si sa, è un provetto cacciatore. Lo è non solo nell’ esercizio venatorio, ma anche quando impallina, una dietro l’altra, sistemandole per benino nel suo copioso carniere, tutte le fantasie che gli balenano per la testa.
È bravo anche ad esprimere giudizi che riguardano la precedente Amministrazione, non foss’altro perché ne ha fatto parte per ben quattro anni, anche con incarichi di rilievo, puntualmente disattesi. Giudizi negativi, ovviamente. In tutti gli argomenti in cui da le colpe ai suoi vecchi compagni di cordata, seguendo pedissequamente gli ordini di scuderia, noi ci siamo diligente impegnati a trovare tracce delle sue battaglie e delle sue proposte nei verbali delle delibere di Giunta o di Consiglio Comunale nel secondo quinquennio dell’amministrazione Cabasino. Purtroppo non vi è traccia. Per questo troviamo fuori luogo e inopportuno che rivendichi dei meriti che non ha mai avuto e che ancora oggi, nonostante il clima idilliaco che lo circonda, non ha neppure sfiorato.
Fatto questo preambolo, anche sull’argomento Centro Commerciale valgono le stesse considerazioni. Vorremmo conoscere le proposte che ha fatto nella precedente consiliatura, ma volendo essere benevoli, per cercare di far emergere al massimo grado la sua valenza di amministratore nella nuova (si fa per dire) compagine dell’era Medau, fase 1 e fase 2, ci farebbe piacere sapere anche quello che, sull’argomento, ha proposto dal 2014 ad oggi.
Ogni qualvolta l’Assesssore Farneti si avventura su certi argomenti, ci dispiace evidenziarlo, farebbe bene a studiare e documentarsi, cosa che evidentemente trascura. Volendo, bontà sua, impiegare il suo tempo per altro, dovrebbe rileggersi almeno la relazione cronostorica presentata in aula dalla Consigliera Fa a nome di tutta la minoranza, che puntualizza ogni fase della vicenda.
Per rimediare agli errori più grossolani, a beneficio di chi legge (che potrebbe essere ingannato dalle parole pronunciate con troppa enfasi e con eccesso di libertà interpretativa), li correggiamo subito: l’Assessore Farneti nella sua nota scritta sul suo social afferma “trova riscontro sulle carte dove le volumetrie commerciali sono state ridotte del 50% rispetto al precedente piano” (ovvero il PUC presentato dall’ amministrazione Cabasino). L’area commerciale che l’amministrazione si attribuisce il merito di aver ridotto del 50%, in realtà, è sempre stata un’area artigianale dai tempi dell’Amministrazione Piredda, già dal 1989. Questa è storia passata. Venendo al presente, intanto, ricordiamo che il 24 novembre 2015 la Sindaca revocava il PUC lasciato dalla precedente amministrazione, e nella riadozione, relativamente alla zona D1, riconfermava anche le NTA (norme tecniche di attuazione) che disciplinano quello che nella zona artigianale si può fare e quello che non si può fare.
Una volta venuto a conoscenza del progetto, il caro Assessore, già da allora avrebbe dovuto dire la sua, per far emergere il suo autorevole parere. Ci chiediamo, come mai la Sindaca, nonostante le fosse stato sollecitato dalla Regione nelle Osservazioni al PUC e dalla minoranza in aula Consiliare, non ha mai voluto normare la percentuale da destinare al commercio rispetto a quella destinata all’artigianato? Ed anche del perché in aula egli non si è fatto parte diligente per apportare importanti modifiche alle NTA?
Nel richiamare la posizione della Sindaca sulle norme che, allo stato attuale, consentirebbero l’insediamento della mega struttura, Farneti afferma; “punteremo (quindi anche lui) sull’artigianato e potrebbero subire ulteriori modifiche prima dell’approvazione definitiva del nuovo Piano urbanistico …”. Noi diciamo: Aria fritta, parole vuote prive di significato. Se non si modificano le norme di attuazione che regolano quell’area, e se non si chiarisce in maniera inequivocabile quale percentuale si vuole dare al commerciale e quale all’artigianato, si fa melina, si mena il can per l’aia.
C’è un altro aspetto che è bene ribadire, che affiora quando l’assessor Farneti si appella alla libera concorrenza, e nello specifico ci piace essere chiari: noi non siamo contrari alla libera concorrenza, noi siamo contrari alla nascita di attività commerciali, piccole o grandi oltre la statale, ad eccezione della vendita di prodotti frutto della lavorazione dei laboratori artigiani che andranno ad insediarsi nell’area. Un’attività commerciale (piccola o grande), ubicata oltre la statale non farebbe altro che bypassare il paese, creando una concorrenza sleale perché andrebbe a danneggiare tutte le attività del centro urbano.
Da quello che scrive l’Assessore Farneti nel suo post, non riusciamo a capire bene la sua reale posizione: infatti se da un lato fa intendere di non essere d’accordo, dall’altro si appella alla libera concorrenza: difficile avere il piede in due staffe, perché c’è il rischio di incorrere in rovinose cadute. In Consiglio Comunale si dovrà rispondere solo al bene della cittadina e del suo territorio. Questo vale per Sindaco, giunta e consiglieri di maggioranza.
Detto ciò, per concludere, su una affermazione non possiamo non essere d’accordo con l’autorevole assessore ai Lavori Pubblici, laddove afferma: “su certe tematiche , così complesse e articolate , un po’ di ipocrisia in meno non guasterebbe ..”. Se ci è consentito aggiungeremmo che su certe tematiche che interessano il futuro della nostra cittadina, sarebbe d’obbligo un po più di verità e di trasparenza.
Ripercorrendo la cronistoria che oggi ci porta a sollevare la questione “Centro Commerciale”, da parte dell’intera maggioranza tutto risulta avvolto da una cortina fumogena. Ma una cosa è certa: la Sindaca non può non conoscere ogni dettaglio dei passaggi amministrativi, ma non si sa se la sua squadra, Farneti compreso, né sia stata messa esattamente al corrente…
Che dire: a pensar male si fa peccato ma la maggior parte delle volte ci si azzecca.
I Consiglieri Comunali
Angelo Pittaluga, Donatella Fa, Francesca Toccori, Andrea Abis, Elisabetta Loi