DICHIARAZIONE DI VOTO del 16.05.2020 relativa al punto n.3 dell’o.d.g. “Parco Regionale di Gutturu Mannu istituito con legge regionale 20/2014. Proposta di riperimetrazione della quota di territorio del Comune di Pula”.
In premessa della presente dichiarazione di voto, teniamo a precisare che, come consiglieri di minoranza, ritenuta l’indiscutibile importanza del Parco per quanto esso, globalmente, rappresenta per il territorio, siamo sempre stati ben consapevoli che garantire ai portatori di interesse, siano essi singole persone o più soggetti riuniti in associazioni venatorie, sia un aspetto di primaria importanza per la sua stessa sussistenza. Non abbiamo mai pensato che l’istituzione del Parco dovesse penalizzare, o ancor peggio, sopprimere le attività che nelle porzioni di territorio facenti capo al Comune di Pula si sono sempre effettuate liberamente.
Ciò premesso, in questa dichiarazione di voto vorremmo innanzitutto esplicitare le nostre obbiezioni alla delibera di approvazione in argomento, sia per motivi tecnici, che nascono dai contenuti delle premesse e dal dispositivo della suddetta delibera, e sia per motivi di natura politica.
In questa sede sarebbe stato più corretto discutere esclusivamente di motivi politici, ma sono talmente evidenti le incongruenze contenute nella delibera che riteniamo più opportuno partire dalla parte tecnica.
Saltiamo i preamboli della costituzione del Parco che, per il territorio ricadente sul Comune di Pula, si limita a ricomprende le aree di proprietà del demanio regionale . Quindi, a scanso di equivoci e per ulteriore chiarezza, ribadiamo che nel caso di Pula, nella sua quota di 22,90 relativa alla partecipazione al Parco di sua pertinenza, non un solo metro quadrato è di proprietà comunale o di privati cittadini, contrariamente a quanto avviene in altri comuni che, pur di avere assicurata una porta d’accesso al Parco, hanno conferito terreni pubblici e privati (Capoterra, Domus de Maria, Teulada e Siliqua). Questo dato dovrebbe essere noto all’Assessore Farneti, il quale, già all’atto dell’ istituzione del Parco, ricopriva il ruolo di Assessore all’ambiente.
Successivamente all’istituzione del Parco, che ha una storia ultra ventennale, l’Assessore Farneti e il Consigliere Berghi (allora non era ancora consigliere) si fecero carico di promuovere una raccolta di circa 300 firme, in seguito depositata in Comune il 07/09/2016, finalizzata alla sottoscrizione di una deliberazione di iniziativa popolare, che aveva tra le basi fondanti queste testuali motivazioni da sottoporre all’approvazione del Consiglio Comunale.
Nel dispositivo finale di tale proposta si legge:
- “…apportare al perimetro dell’area protetta ricadente nella giurisdizione amministrativa di Pula, da ritenersi attualmente provvisorio (art. 2 della L.R.20/2014), una adeguata ridelimitazione, riducendo la superficie complessiva da ha 5658 ad ha 2551 ed escludendo dal suo interno la rete viaria indispensabile ai cittadini aventi interessi in ordine al libero transito lungo la strada di accesso e di delimitazione del Parco, per effettuare escursioni e passeggiate naturalistiche , raggiungere punti di interesse, consentire l’accesso ai raccoglitori dei prodotti secondari del bosco quali funghi, asparagi selvatici, lumache, cicorie selvatiche, cari selvatici, more di rovo, bacche di ginepro, muschi e altre specie vegetali, oltre che ai cacciatori regolari nell’esercizio della caccia, il tutto in conformità alla perimetria allegata con evidenziata la proposta di nuova perimetrazione del parco”
- “… di manifestare all’Assemblea del Parco (la volontà) di non istituire nell’ambito dell’area protetta ricadente nella giurisdizione amministrativa di Pula, le cosiddette aree contigue”.
Tali aspetti, in linea di principio, anche noi come minoranza, li avevamo in qualche modo presi in considerazione. A quell’epoca il Parco si era appena costituito, non si era ancora insediato il consiglio di amministrazione composto dai Sindaci, non c’era ancora un direttore, non c’erano i regolamenti che sarebbero stati gli strumenti di governo e disciplina delle sue dinamiche. Pur consapevoli dell’importanza del Parco per il territorio di Pula, il nostro atteggiamento, in quel momento, fu di prudenza e di estrema attenzione: tutto era finalizzato a tutelare i diritti della popolazione che, storicamente, ha da sempre fruito delle aree ricomprese nel Parco, includendo, come è ovvio, l’attività venatoria, che va annoverata come autentica tradizione della nostra comunità: ad essa sono correlate indubbie valenze di natura sociale e culturale, oltre che di conoscenza, tutela e conservazione del patrimonio naturalistico.
Oggi, 16 giugno del 2020, la situazione rispetto a 4 anni fa, è oggettivamente mutata: i dubbi e le riserve dei proponenti e dei cittadini che avevano aderito alla petizione, sono stati soppiantati dalla chiarezza delle norme che sono state successivamente stabilite, le quali fugano ogni dubbio sulle restrizioni riguardanti la fruizione del Parco.
Per questo non riusciamo a capire perché nella proposta di delibera vengano riportate pedissequamente quelle stesse motivazioni che sono poi state smentite dal regolamento adottato dal Parco, regolamento che, di norma, dovrebbe essere ben conosciuto sia dalla Sindaca, sia dalla sua Maggioranza e naturalmente dai proponenti della petizione popolare.
Riportiamo testualmente i passi che, potendo in origine incutere dei dubbi sui portatori d’interesse per l’attività venatoria, ora fanno chiarezza. Sono tratti dal “REGOLAMENTO STRALCIO PER L’INTRODUZIONE E LA DETENZIONE DELLE ARMI NEL PARCO (Approvato dall’Assemblea del Parco in data 23 ottobre 2019 con Deliberazione n. 7 e modificato dall’Assemblea del Parco in data 17 gennaio 2020 con Deliberazione n.1, all’Articolo 7 “ armi per uso di caccia per la gestione faunistica: deroga.”).
In tale articolo si legge:
1. Nel territorio del Parco l’introduzione, il trasporto e l’esportazione dal territorio del Parco delle armi per uso di caccia sono consentiti con le stesse armi disattivate e riposte nelle apposite custodie e all’interno del vano portabagagli delle autovetture, nei giorni in cui è previsto l’esercizio venatorio e lungo le strade extraurbane provinciali e comunali nonché lungo le piste carrabili forestali individuate mediante determinazione del Direttore del Parco pubblicata nel sito internet istituzionale dello stesso Ente (Allegato A).
2.L’accesso e utilizzo delle piste forestali carrabili individuate mediante determinazione del Direttore del Parco, di pertinenza dell’Agenzia Regionale Forestas, potrà avvenire previa concessione di competenza della stessa Agenzia.
3. Qualunque detenzione di armi, oggetti ad esse assimilati ed esplosivi, itinerario o modalità di trasporto totalmente o parzialmente diverso da quello indicato nel comma 1 deve essere previamente autorizzato, secondo le procedure di cui all’articolo 10.
4. È consentita la detenzione e il trasporto all’interno del Parco dei mezzi di cattura e delle eventuali armi utilizzate dall’Ente Parco, anche tramite soggetti espressamente individuati, per le operazioni di gestione della fauna del Parco previste da appositi Piani e Programmi dell’Ente.
5. Nel Parco è vietato il trasporto delle armi a piedi, fatte salve le autorizzazioni rilasciate ai residenti di cui all’art.9.
Per quanto concerne l’accesso al parco “per effettuare escursioni e passeggiate naturalistiche, raggiungere punti di interesse, consentire l’accesso ai raccoglitori dei prodotti secondari del bosco quali funghi, asparagi selvatici, lumache, cicorie selvatiche, cari selvatici, more di rovo, bacche di ginepro, muschi e altre specie vegetali”, Al CAPO 3° DEL REGOLAMENTO PROVVISORIO DEL PARCO, all’Articolo 17 sono riportate le “regole per la raccolta dei prodotti del sottobosco”:
1. E’ consentita la raccolta di frutti del sottobosco in tutto il territorio del parco, fatti salvi eventuali divieti previsti dalla normativa vigente in materia.
2. E’ proibito danneggiare o distruggere, anche parzialmente, tutte le specie fruttifere durante la raccolta.
3. La raccolta di erbe e frutti del sottobosco può essere esercitata solo nelle ore diurne, da un’ora dopo il sorgere del sole fino ad un’ora prima del tramonto.
All’Articolo 18 (Raccolta dei funghi epigei spontanei), si legge:
1. E’ consentita la raccolta di funghi epigei spontanei in tutto il territorio del parco, fatti salvi eventuali divieti previsti dalla normativa vigente in materia.
2. La raccolta deve essere svolta nel rispetto delle indicazioni e delle modalità previste dalla normativa vigente in materia, senza necessità di acquisire il nulla osta dell’ente parco ed in conformità alle seguenti prescrizioni: a) la raccolta è consentita nei boschi e nei terreni non coltivati nei quali sia permesso l’accesso e non sia prevista alcuna limitazione dalla normativa vigente; b) la raccolta può essere esercitata solo nelle ore diurne, da un’ora prima del sorgere del sole fino ad un’ora dopo il tramonto; c) è’ proibito distruggere esemplari di funghi non commestibili; d) nella raccolta non devono essere usati strumenti che rovinano il micelio, lo strato superficiale del terreno e gli apparati radicali della vegetazione. I funghi devono essere riposti in contenitori rigidi e aerati, atti a diffondere le spore. E’ vietato l’uso di sacchetti di plastica. Allegato A) Deliberazione Assemblea del Parco Gutturu Mannu n. 2 del 17/01/2020.
In conclusione, le argomentazioni riportate nella delibera in argomento, necessarie alla riperimetrazione del Parco, sono con tutta evidenza diametralmente opposte rispetto agli articoli estrapolati dal “REGOLAMENTO STRALCIO PER L’INTRODUZIONE E LA DETENZIONE DELLE ARMI NEL PARCO” e dal “CAPO 3° DEL REGOLAMENTO PROVVISORIO DEL PARCO”. Ognuno potrà dedurre che, in virtù di quanto contenuto nei suddetti disciplinari, cadono i presupposti per cui l’atto è stato concepito, e pertanto merita di essere ritirato. Se invece le argomentazioni della riperimetrazione sono di altra natura, lo si dica chiaramente, e allora si faccia una nuova delibera, e su quella discuteremo.
Prima di addentrarci negli aspetti politici che riguardano l’ argomento “Parco”, crediamo sia utile ricordare che per circa 40 anni il transito nelle strade dell’Ente Foreste è stato interdetto anche ai cacciatori e a nulla sono valse le proteste sia dei cittadini che degli amministratori. E’ stato proprio grazie al progetto di istituzione del Parco che, durante gli incontri con i responsabili regionali, l’Amministrazione che vi ha preceduto ha ottenuto il rilascio del nulla osta all’accesso da parte dei cacciatori e la consegna delle chiavi ai loro rappresentanti . Ciò significa anche che se questa porzione di territorio sarà tenuta fuori dal Parco, sicuramente non riceverà più i contributi per la manutenzione di strade e sentieri, che verranno certamente indirizzati altrove.
Crediamo altresì opportuno sottolineare che nel DUP allegato al bilancio del Parco per l’esercizio 2020, è ribadito che le porte principali d’accesso sono tre, di cui una a “Pixinamanna”. Ce ne sono poi altre sette di minore importanza distribuite fra i dieci comuni. Sono già accantonate delle risorse da destinare alla cartellonistica, alla segnaletica e alla pubblicità.
Fatte queste doverose puntualizzazioni, procediamo ora sul ragionamento politico che merita un approfondimento a parte. Sicuramente questa delibera approvata oggi è in antitesi con lo stile di quella che si definisce un’ “Amministrazione green”. In questi anni, Voi della maggioranza, avete interpretato l’essere “green” in modo piuttosto singolare: ad azioni concrete avete sostituito gli spot e i piccoli interventi utili solo ad occupare qualche trafiletto nella stampa e a fare qualche foto in momenti in cui l’Amministrazione aveva la necessità di lanciare qualche cortina fumogena per distrarre i cittadini dai vari problemi della nostra comunità, puntualmente rimasti irrisolti.
Anche i paesi più poveri della terra, compresa l’Africa e le parti dell’Asia e del Sud America, promuovono la creazione di parchi naturalistici e aree verdi, e dappertutto si percorrono le strade che l’umanità ormai considera irreversibili. Pula, invece, è in controtendenza in ambito regionale, nazionale europeo e mondiale.
Anche noi avremmo condiviso con Voi la battaglia contro le limitazioni e le restrizioni se ci fossero state delle motivazioni e dei presupposti validi, tali da intaccare anche solo in minima parte gli interessi della comunità o di coloro che legittimamente esercitano la caccia. Ci troviamo invece spiazzati dalle incongruenze presenti tra la proposta della delibera da una parte, e i regolamenti del Parco dall’altra. Non riusciamo a capire fino in fondo se i colleghi Consiglieri di maggioranza abbiano letto con attenzione gli atti e si siano accorti che tutte le richieste fatte, a tutela dei portatori d’interesse, sono state ampiamente accolte e soddisfatte.
Un aspetto di questa vicenda che ci lascia particolarmente perplessi risiede nel fatto che i cittadini sottoscrittori della petizione per la riperimetrazione del 2016, non siano stati avvisati che le condizioni che li avevano indotti a sostenere con la loro firma l’iniziativa erano mutate. Ci chiediamo se l’Assessore Farneti e il consigliere Berghi abbiano sentito il dovere di informare i cittadini che i regolamenti del Parco fanno decadere i presupposti per cui la proposta di deliberazione di iniziativa popolare era stata promossa. Così come ci chiediamo del perché la Sindaca, sostenitrice a parole della “Cittadinanza Attiva” e della “Democrazia Partecipata”, invece di sposare questa deriva anacronistica e antistorica, nonché dannosa per la comunità che amministra, non si è sentita in dovere di comunicare ai cittadini che le carte in tavola sono profondamente cambiate, in favore dei diritti acquisiti e di ciò che sempre, in quelle aree, si è fatto e sempre si è conosciuto.
Noi, tuttavia, formuliamo l’ipotesi che loro stessi, a cominciare dalla Sindaca, per poi arrivare agli Assessori e ai Consiglieri di Maggioranza, non si siano neppure accorti di ciò che l’Assemblea del Parco ha deciso anche per il nostro territorio. Detta ipotesi è suffragata dal fatto che i nostri amministratori certo non brillano per presenze e proposte da portare in quella sede. Si ricordino, prima di qualsiasi altra considerazione che, come recita un noto aforisma “gli assenti hanno sempre torto”. Più che torto, potremmo parlare, forse più appropriatamente, di menefreghismo.
Al di là di ulteriori commenti, ci piacerebbe capire quali vantaggi potrebbe trarre Pula nel proporre lo svincolo dal Parco di circa 1500 ettari di propria competenza, che comunque rimarranno di proprietà dell’Ente Foreste: come prima sarebbero interdetti alla caccia; parimenti, permarrebbero come in passato e come ora, fruibili a chi vuole raccogliere i frutti del bosco o andare a fare una passeggiata a piedi o in bicicletta, a cavallo, o come meglio gli aggrada. Ci chiediamo quale sia la ratio che induce a rinunciare ad una superficie così importante che all’interno del Parco, e in prossimità del paese, potrebbe godere di tantissime opportunità e vantaggi, tra cui i finanziamenti regionali ed europei, con le conseguenti ricadute economiche per il territorio.
PERTANTO, PER LE MOTIVAZIONI SOPRA ESPOSTE, DICHIARIAMO IL NOSTRO CONVINTO VOTO CONTRARIO ALL’APPROVAZIONE DELLA DELIBERA.
I CONSIGLIERI DI MINORANZA