Cagliari, 5 giugno 2018 – Il presidente della Regione Francesco Pigliaru sarà a Sofia domani e dopodomani, mercoledì 6 e giovedì 7 giugno, per prendere parte agli appuntamenti del Comitato delle Regioni nella capitale della Bulgaria, che da gennaio ha assunto la presidenza semestrale del Consiglio dei ministri dell’Unione europea.
La giornata di domani è riservata alla riunione della Commissione COTER, di cui Francesco Pigliaru è componente, e che per l’organismo di Bruxelles si occupa di Coesione territoriale e bilancio europeo. Argomento centrale, oltre alla discussione sui documenti di Parere che saranno presentati nelle prossime sedute plenarie del CdR, sarà il dibattito sulla proposta di riforma della politica di coesione. Il tema sarà approfondito nella giornata di giovedì, nella sezione convegnistica dedicata alle “Implicazioni del bilancio a lungo termine dell’UE dopo il 2020 per le autorità locali e regionali”, alla quale prenderà parte la Commissaria europea per le politiche regionali Corinna Cretu.
Si tratta di un tema particolarmente importante per regioni e città, perché la politica di coesione costituisce la principale leva di investimento dell’Unione a favore dei territori. Nella discussione sulle proposte della Commissione europea sul fronte della politica che disegnerà il futuro dell’Europa, la Sardegna è impegnata da tempo insieme a Corsica e Baleari. La posizione condivisa, portata all’attenzione della Commissaria Cretu già lo scorso 24 aprile a Bruxelles, con l’esposizione dei contenuti del Patto tra le tre regioni insulari da parte del presidente della Corsica Gilles Simeoni, insieme all’assessore degli Affari generali Filippo Spanu e, per le Baleari, al responsabile delle Politiche di Cooperazione europea Pablo Pindados, è stata poi rilanciata a maggio dal presidente Francesco Pigliaru in occasione della seduta plenaria del Comitato delle Regioni. Al centro, la richiesta che lo scenario normativo e programmatico post-2020 non lasci indietro le isole, ma al contrario ne favorisca lo sviluppo per mitigare gli svantaggi strutturali causati dalla condizione insulare e che penalizzano soprattutto sui fronti trasporti ed energia. Da qui la necessità di attivare dispositivi normativi specifici, che tengano conto di fattori come il bacino demografico, l’estensione territoriale e la distanza chilometrica e temporale dal Continente.</span>
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